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MACHIAVELLI, NICCOLÒ
(Firenze 1469 - ivi 1527). Scrittore e politico italiano. Compiuti studi classici, nel 1498 venne nominato segretario della seconda cancelleria della repubblica fiorentina, instaurata in seguito alla cacciata, nel 1494, di Piero dei Medici. Durante la complessa fase storica delle guerre d'Italia, Machiavelli divenne, di fatto, uno dei più importanti agenti diplomatici fiorentini, strettamente legato al gonfaloniere a vita Piero Soderini. Machiavelli fu mandato in Francia (1502, 1503, 1510), presso Cesare Borgia (1502), al conclave da cui doveva risultare eletto Giulio II (1503), presso l'imperatore Massimiliano (1507-1508), al concilio di Pisa (1511). Frutto di queste missioni diplomatiche furono vari scritti di occasione, nei quali analizzò eventi o situazioni di cui era stato testimone diretto o su cui era stato spinto a documentarsi. Erano già chiari, in questi opuscoli, i temi che avrebbe sviluppato: la crisi italiana veniva spiegata con le limitate dimensioni degli stati, con la corruzione, con la mancanza di eserciti stabili (fondamentale fu, a questo proposito, l'incarico che Machiavelli ottenne, nel 1505, di organizzare una leva di truppe nel Mugello e di creare una magistratura che si occupasse, a Firenze, degli affari militari). Questo periodo di intensa attività pubblica si chiuse nel 1512, con la caduta della repubblica e il ritorno dei Medici. Accusato di aver preso parte a una congiura contro di loro, Machiavelli fu imprigionato per un anno. Dal 1513 si ritirò nel suo podere presso San Casciano dove, libero ormai da ogni impegno di stato, poté dedicarsi alla stesura delle sue grandi opere storico-politiche (i Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, 1503-1521; Il Principe, 1513; Dell'arte della guerra, 1519-1520) e letterarie (la Mandragola, 1518) in cui vengono individuati i fondamenti della scienza politica e dello stato moderno. Per Machiavelli la politica è arte del conseguimento e della conservazione del potere e quest'ultimo si identifica con un ordine che non deriva dal rispetto di principi etici o religiosi ma solo dalla capacità del "principe" (sia individuo o collettività) di mantenerlo, per amore o per tema. Tornato nelle grazie dei Medici riottenne, dal 1520, incarichi diplomatici. Gli furono commissionate le Istorie fiorentine, che portò a termine tra il 1520 e il 1525. Ma, restaurata la repubblica (1526), cadde nuovamente in discredito, poco prima di morire.

L. Lazzerini
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